Rapimento Abu Omar, Pollari e Mancini non giudicabili per il segreto di Stato

 

Non luogo a procedere per l'ex numero uno del Sismi. Condannati gli agenti della Cia, gli Usa: «Siamo delusi»

 

MILANO- L’ex direttore del Sismi, Niccolò Pollari, e l’ex funzionario dello stesso servizio, Marco Mancini, non devono rispondere del sequestro di Abu Omar perché non sono giudicabili a causa del segreto di Stato. Per Pollari erano stati chiesti 13 anni, 10 per Mancini. Sono stati invece condannati 23 agenti della Cia (quasi tutti quelli imputati) 22 a cinque anni di reclusione mentre Robert Seldon Lady è stato condannato a otto anni. Gli Stati Uniti sono rimasti «delusi dal verdetto» ha detto il portavoce del dipartimento di Stato Ian Kell

 

LA SENTENZA - La sentenza del giudice monocratico di Milano, Oscar Magi, è arrivata dopo tre ore di camera di consiglio. I funzionari del Sismi, Pio Pompa e Luciano Seno, accusati solo di favoreggiamento sono stati condannati a tre anni. Immunità consolare, infine, per l'ex capo della Cia in Italia Jeff Castelli e altri due colleghi. Il giudice Magi ha inoltre condannato tutti gli imputati ritenuti colpevoli al risarcimento a titolo di provvisionale di un milione di euro nei confronti dell'ex imam. Il giudice ha disposto inoltre una provvisionale di 500 mila euro per la moglie di Abu Omar e ha stabilito che l'entità del risarcimento per l'ex imam e la moglie venga poi liquidato in sede civile.

 

IL NON DOVERSI PROCEDERE - Per Pollari il non doversi procedere è stato disposto dal giudice sulla scorta dell'articolo 202 del Codice di Procedura Penale, il quale recita: «qualora il segreto sia confermato e per la definizione del processo risulti essenziale la conoscenza di quanto coperto dal Segreto di Stato il giudice dichiara non doversi procedere per l'esistenza del Segreto di Stato». Stessa sorte per l'ex n.2 del Sismi Marco Mancini.

 

«COMUNQUE INNOCENTE» - Il generale Nicolò Pollari, al telefono con i suoi difensori, ha commento così la sentenza di non luogo a procedere nei suoi confronti: «Se il segreto di Stato fosse stato svelato dagli organi preposti, sarei risultato non solo innocente ma anche contrario a qualsiasi azione illegale». Ai suoi difensori l'ex direttore del Sismi è apparso molto emozionato ma determinato a ribadire, questa sera come dal primo giorno, la sua innocenza.

 

LA GIOIA DI MANCINI - Marco Mancini ha invece quasi esultato dopo la lettura della sentenza. L'ex numero due del Sismi, per cui erano stati chiesti dieci anni, è uscito precipitosamente dall'aula e ha cercato visibilmente di contenere le emozioni, prima di essere affiancato dai suoi legali: «Nessuna dichiarazione», gli hanno suggerito. A chi gli faceva notare come non fosse una sentenza di assoluzione nel merito, ma, appunto un non doversi procedere per l'esistenza del segreto di Stato, Mancini aveva già risposto: «Guardate che non è una malattia». Costernato, invece, il colonnello Luciano Seno, condannato a tre anni per favoreggiamento: «Ma, come quelli sono assolti dal sequestro e io condannato? È una follia».

 

LA SODDISFAZIONE DEL PM - Soddisfazione è stata espressa anche dal procuratore aggiunto di Milano Armando Spataro per il quale la sentenza «dimostra che la nostra azione è stata legittimamente promossa». Spataro ha riconosciuto che quello appena concluso è stato «un dibattimento difficile condotto con grande professionalità da parte del giudice monocratico Oscar Magi. Mi pare molto importante per tutti che questo processo sia stato portato a termine. La verità dei fatti è quella ricostruita dalla Digos e dalla procura di Milano nel corso delle indagini. Sono stati condannati tutti gli autori americani del sequestro di Abu Omar, e questo lo dimostra. Quanto agli ex funzionari del Sismi, la sentenza dimostra che c'erano gli elementi per incriminarli». Infine il magistrato ha affermato di volere attendere le motivazioni prima di decidere se vi è la possibilità di presentare appello per gli imputati italiani non condannati.

 

«SENTENZA CORAGGIOSA» - Human Rights Watch definisce «coraggiosa» la sentenza dei giudici di Milano sul caso Abu Omar. «Nessuno è stato dichiarato innocente» ha detto Joanne Mariner, responsabile del programma Terrorismo e antiterrorismo dell'organizzazione, «anche se qualcuno ha potuto lasciare la sbarra per via di una interpretazione estensiva del segreto di stato data dalla Corte costituzionale». «Il governo italiano» ha aggiunto la Mariner, «è stato ritenuto responsabile di aver collaborato con la Cia. Pur venendo da un tribunale italiano questa è una sentenza coraggiosa e l'accusa ci trova d'accordo quando afferma che l'immunità diplomatica non è stata pensata per proteggere persone coinvolte in gravi abusi dei diritti umani».