E' Chavez-show al Lido: ''Ho l'Italia
nel cuore. Vorrei incontrare il Papa''
Venezia, 7 set. (Adnkronos) - La volontà di "aiutare" Barack Obama e quella
di incontrare il Papa, il
plauso al film di Oliver
Stone "che mostra la rinascita dell'America Latina"
e anche una dichiarazione in difesa dei diritti dei
gay. E' un Hugo Chavez davvero a tutto
campo, quello arrivato al
Lido per assistere alla proiezione fuori concorso di 'South of the Border'
di Oliver Stone, presentato
fuori concorso alla Mostra del Cinema di Venezia.
Il film documentario ha ricevuto cinque minuti di applausi
nella Sala Grande al Lido. Secondo il
presidente meritatissimi:
"Mostra parte della verità
sul rinascimento in atto nell'America del Sud, nell'America Latina. E' positivo che Oliver abbia girato questo
film - ha detto - per rendere
visibile questa verità, affinché il mondo
conosca quello che veramente sto
facendo: un rinascimento, una democrazia, una rivoluzione democratica''.
Subito dopo Chavez ha preso la parola esprimendo il
desiderio di incontrare Papa Benedetto XVI. ''I
rapporti con la Chiesa - ha
detto il
presidente venezualano - sono buoni: c'è
qualche vescovo che mi critica, è vero, ma mi piacerebbe andare a trovare il Papa''. ''Vogliamo
vivere nel messaggio di Cristo - ha aggiunto Chavez - Io sono cristiano e credo che dobbiamo tutti essere grandi fratelli.
Noi veniamo da una grande
civiltà: quando non c'era ancora New York, c'erano i calendari
maya e aztechi. E la colonizzazione spagnola e portoghese ha ridotto le popolazioni del Sudamerica da 90 milioni a 4 milioni in 200 anni. Una cosa che ha provocato la tratta degli schiavi, così noi siamo
figli dell'uno e dell'altro popolo".
Uscito dalla Sala,
Chavez ha poi parlato a più
riprese del presidente degli Usa, Barack Obama: ''Credo che
Obama abbia buone intenzioni, lo voglio aiutare. Si può parlare con lui, siamo quasi della stessa generazione, è un uomo d'istinto, un uomo intelligente. Mi sembra che sia
veramente un uomo che ha un'idea,
un uomo disposto ad unirsi con altri Stati per cambiare e salvare il mondo
dal disastro totale che stiamo
vivendo''. Chavez si è poi difeso da quelle
che ha definito le false accuse degli Usa:
''Non sono un diavolo come
mi descrivono, ma solo un essere
umano e non favorisco il narco-traffico né il terrorismo,
come dicono gli Stati Uniti''. Il
presidente venezuelano ha confessato di amare
il cinema italiano e soprattutto le sue grandi interpreti: ''Conosco bene la Loren e la Cardinale, anche se, devo riconoscere che ero innamorato della Lollo''. Chavez ha infine parlato anche dei
diritti dei gay: ''Nessuno deve essere
perseguitato per le sue inclinazioni
sessuali''. Quanto al matrimonio tra gay, secondo Chavez, ''in Venezuela non sarebbe
visto molto bene, però è un'opinione, il che
non significa che io sia contrario''.
Al suo arrivo in passerella,
Chavez si è detto "molto
felice di essere a Venezia con Oliver Stone
che è un grande lavoratore''. Poi
ha aggiunto: ''Ho l'Italia nel cuore. Viva l'Italia".
Quello del presidente venezuelano sul red carpet è stato un vero
e proprio show. Giunto al
Lido un po' in ritardo rispetto alla tabella di
marcia, si è intrattenuto con i cronisti, ha scherzato con i fotografi, 'rubando'
la macchina a uno di loro e scattando
lui una foto,
e ha firmato autografi per oltre un quarto d'ora ad un pubblico fatto di curiosi e di
militanti della sinistra italiana.
Quindi, accompagnato da Oliver Stone, è entrato nel Palazzo del Cinema e si è fermato nuovamente a parlare con i cronisti.
"Ho sempre amato
l'Italia", ha ribadito.
Ad una domanda di un cronista
estero su Israele, il presidente
ha risposto: "Non amo Israele, amo il
popolo israeliano. Ma non mi piace la politica
del governo israeliano".
Accoglienza trionfale anche al suo ingresso
nella Sala Grande del
Palazzo del Cinema, dove gli
è stata tributata anche una standing ovation. Dei giovani venezuelani hanno aperto
una bandiera del loro Paese ed
hanno intonato i versi iniziali
dell'inno venezuelano 'Gloria
al bravo pueblo'. Il presidente
commosso ha ringraziato il giovane che
aveva guidato il coro. "Gracias muchacho ('Grazie ragazzo)",
ha detto portandosi la mano sul cuore
e alzando poi il
pugno chiuso. Ad accompagnare Chavez, arrivato un po' in ritardo perché atterrato a Venezia alle 16 passate, una folta
delegazione guidata dal ministro degli
Esteri Nicolas Maduro, alcuni alti ufficiali
dell'Esercito ed un folto servizio di sicurezza. In sala, oltre ai
'padroni di casa' Marco
Muller e Paolo Baratta, che
avevano accolto il presidente davanti
al Palazzo del Cinema, anche il
giornalista Gianni Minà, con
cui Chavez si è fermato a parlare, e il segretario
di Prc Paolo Ferrero.